12 marzo 2019

“Progetto VoCaTe”, canti e riti per il Carnevale di Sueglio


Dopo la processione di Sant’Agata a Tremenico, sabato 9 marzo l’itinerario di valorizzazione del patrimonio culturale immateriale del progetto “VoCaTe” è giunto nuovamente in Valvarrone per documentare una delle manifestazioni tradizionali più sentite dalla popolazione, il Carnevale di Sueglio.

Qualche giorno prima gli abitanti iniziano a preparare le elaborate maschere tradizionali: i crapun, grandi teste di cartapesta dall’aspetto umano spesso deformato, mostruoso, caricaturizzato, e le maschere doppie, composte da una persona e da un fantoccio, costruite in modo che sia difficile identificare quale sia la persona e quale il pupazzo.
Le teste sono accoppiate a costumi realizzati spesso con materiali naturali: piume di gallina, frutta, fronde di albero.
La mattina del sabato grasso, sul limitare del paese, ha luogo la vestizione e si svolge una prima sfilata per le vie del paese con l’accompagnamento di un gruppo composito di strumenti musicali: clarinetti, sassofoni, fisarmoniche, tamburi e tamburelli, tromboni eseguono melodie popolari e canzoni d’autore entrate nel repertorio popolare.
Il gruppo, composto da una sessantina di persone, parte su automobili e camioncini per fare tappa lungo la valle fino a Premana, visitando case e osterie, ballando e cantando con gli abitanti, adulti e bambini.
Dopo una sosta per il pranzo, ulteriore occasione di canto, scherzi e socializzazione, il corteo rientra a Sueglio, dove in piazza ha luogo la degustazione di un piatto tipico locale, la scarpasce, una sorta di frittata salata con patate e vari aromi, mentre continuano i canti e il ballo.
La festa prosegue fino a sera inoltrata e comprende un’ulteriore cena comunitaria.
La grande partecipazione di maschere, il coinvolgimento di persone di ogni età, la calorosa ospitalità degli abitanti che si riversano nelle strade e nelle piazze, la festosa accoglienza ai visitatori testimoniano la vitalità di una festa che rappresenta un forte elemento di identità e al tempo stesso è portatrice di importanti valenze che possono essere sviluppate nell’ottica di un turismo sostenibile.
Il progetto “La voce della terra: canti e riti della tradizione” intende non soltanto documentare questa e le altre le ritualità viventi dell’area di cooperazione, ma operare per valorizzarle e farne un’occasione di crescita di territori che in larga parte soffrono problemi non da poco a livello demografico ed economico: la promozione di iniziative di divulgazione e sostegno al turismo possono contribuire in modo significativo alla loro rivitalizzazione.

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