Il fotografo mandellese Dario Mainetti. |
(C.Bott.) Ideata da Fabio Castelli e Lorenza Castelli, anche
quest’anno si è alzato il sipario sulla “MIA Photo Fair”, la fiera internazionale d’arte dedicata
alla fotografia e all’immagine in movimento.
L’evento
- inaugurato ieri sera e allestito fino a lunedì 25 marzo negli spazi
del The
Mall a Milano Porta Nuova, in piazza Lina Bo Bardi - garantisce ad
appassionati e collezionisti un accesso privilegiato al mondo della fotografia: 135 il numero degli espositori (un terzo dei
quali provenienti dall’estero), suddivisi tra progetti speciali, editoria e
progetti a 4 mani.
“In otto anni di storia - osserva Castelli - abbiamo assistito alla crescita costante di “MIA
Photo Fair”, non soltanto come contenitore espositivo, ma come piattaforma
culturale, sempre attenta ad accogliere le ultime istanze che provengono
dall’universo fotografico”.
“Parallelamente
- aggiunge - abbiamo percepito una sempre più ampia considerazione sia dei
visitatori sia degli appassionati di questa forma d’arte sia degli addetti ai
lavori e degli investitori, soprattutto internazionali. Il fatto che anche all’estero
“MIA Photo Fair” venga riconosciuta come una fiera di riferimento per la sua
qualità e la sua serietà è un valore aggiunto considerevole”.
Nel 2018, per la cronaca, i visitatori erano stati più
di 25.000.
“MIA Photo Fair” nasce con l’obiettivo di
evidenziare il ruolo trasversale che la fotografia e l’immagine in movimento
hanno assunto tra i linguaggi espressivi dell’arte e del sistema dell’arte
contemporanea.
La rassegna prevede un ricco programma culturale, con
eventi e conferenze dedicate al mondo dell’arte e della fotografia.
In
mostra vi sono anche le fotografie del mandellese Dario Mainetti con il progetto
“natural connections ”, che indaga tramite strumenti estetici ed emozionali
connessioni primitive e misteriose. "Natural connections" si affianca quest'anno a "frideysforfuture", progetto il cui scopo è contribuire a diffondere l'importanza del'impegno a salvaguardia dell'ambiente.
“Si arriva in un vortice concettuale e figurativo - è stato scritto - da cui sgorgano immagini tra il monolitico e l’etereo, al confine tra la consistenza concreta della terra e l’impalpabile essenza delle idee. L’abituale distinzione tra vegetale, animale e umano si squarcia, rivelando la connessione che li unisce profondamente”.
“Si arriva in un vortice concettuale e figurativo - è stato scritto - da cui sgorgano immagini tra il monolitico e l’etereo, al confine tra la consistenza concreta della terra e l’impalpabile essenza delle idee. L’abituale distinzione tra vegetale, animale e umano si squarcia, rivelando la connessione che li unisce profondamente”.
Frideysforfuture. |
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