L’artista
lecchese esporrà alla galleria di piazza Era a Pescarenico. “Paesaggi nostri”
il tema della “personale”
Guido Erba |
di Claudio Redaelli
E’
denominata “Paesaggi nostri” e sarà allestita dall’11 maggio al 2 giugno alla
galleria d’arte “La Nassa” in piazza Era, a Pescarenico di Lecco.
Lui
è Guido Erba e la sua prossima mostra si annuncia di grande fascino e assoluto
impatto su quanti la visiteranno. C’è in effetti fascino e c’è poesia, nelle
opere pittoriche di Erba. Ci sono suggestioni e c’è armonia.
Era
il 2010 quando l’artista lecchese espose in città alla Torre Viscontea. A
quella “personale”, che ottenne lusinghieri consensi di critica e di pubblico,
ne seguirono due negli anni successivi: “Il mio lago” nel 2013 e “La mia città…
e dintorni” nel 2017. Altre due bellissime mostre, allestite entrambe alla
galleria d’arte “La Nassa” di Pescarenico.
Tre
“capitoli” tutti da sfogliare nel libro in cui è idealmente racchiusa la
carriera artistica di Erba, tre atti d’amore per una terra - quella lariana -
che nessun altro ha saputo interpretare e “cantare” come appunto ha fatto (e
continua a fare) questo valente pittore.
Nelle
sue opere ci sono le piazze, spesso animate di gente indaffarata e distratta,
ci sono vie affollate, ci sono le montagne, i rioni più suggestivi della sua città
e gli scorci di un lago capace di riflettere non soltanto le case delle sue
rive ma anche impensabili stati d’animo.
Ci
sono il sole e la neve, il giorno, la notte e l’imbrunire. E ci sono le quattro
stagioni, ciascuna con i colori - a volte forti e nitidi, in altri casi
decisamente più tenui - e le tonalità che le identificano.
Forse
non è un caso, allora, che Guido Erba per questa sua nuova “personale” torni
con Paesaggi nostri alla “Nassa”, in
quel rione manzoniano da lui così tante volte “fermato” sulla tela quasi a
immaginare un futuro che non può prescindere dal passato. E dal presente.
Quanta
poesia, poi, nelle sue opere! Quanto fascino in quella piazza Cermenati in una
sera di primavera, nei fiocchi di neve che imbiancano piazza XX Settembre o la
centralissima via Roma, nella vecchia stazione ferroviaria di Lecco un mattino
d’inverno, nei colori autunnali dell’imbarcadero come nelle vele al tramonto o
nel sole di primavera che filtra sotto un mandorlo in fiore. E ancora negli
scorci di Malgrate e Varenna, di Mandello e di Pian Sciresa.
Erba
sa “esplorare” la città e il territorio come pochi altri, sa descrivere nei
suoi dipinti la vita di ogni giorno. E sa far vibrare di sentimenti e di
emozioni le sue tele, perché la sua pittura induce a profonde riflessioni,
sollecita a cogliere le trasformazioni epocali ed è altresì una sollecitazione
a immaginare un futuro che non deve prescindere dagli insegnamenti e dalle
lezioni del passato.
Lui
e la sua tavolozza sanno affascinare perché sanno cogliere le suggestioni di
quello che a un occhio disattento potrebbe sembrare un semplice scorcio
cittadino o un qualsiasi angolo rurale. Nella pittura di Erba non c’è proprio
nulla di superficiale, non c’è nulla di scontato né di banale.
Taluni
quadri appaiono a prima vista quasi pervasi da una velata malinconia, che però
a ben guardare rivela invece la spiccata sensibilità di questo artista, con il
lago, i monti e il paesaggio circostante a definire il sogno di ogni pittore,
ossia fermare sulla tela il bello in cui siamo immersi.
Ecco
allora la nostalgia lasciare il posto alle emozioni e all’armonia. E alla
speranza.
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