Il valente
pittore lecchese esporrà dall’11 maggio al 2 giugno alla galleria “La Nassa”,
nel rione manzoniano di Pescarenico
L'artista lecchese Guido Erba. |
di Claudio Redaelli
“Oggi
si sente spesso parlare di paesaggio. A volte con un senso di nostalgia, come
se fosse qualcosa di legato al passato, ai ricordi, alla propria infanzia o a
quella dei nostri nonni, o delle persone anziane. Altre volte sentiamo invece
gli esperti usare questa parola in modo “dotto” durante conferenze
sull’ambiente o in articoli pubblicati su riviste scientifiche, come se il
paesaggio fosse qualcosa che ci appartiene, ma che è in pericolo e per questo
merita attenzione e intervento”.
Così
scrive Prashanth Cattaneo nelle pagine introduttive del catalogo della prossima
mostra di Guido Erba, che esporrà alla galleria “La Nassa”, a Pescarenico di
Lecco, dall’11 maggio al 2 giugno.
Paesaggi nostri il titolo della
“personale” dell’artista lecchese, anche in questi ultimi anni protagonista di
rassegne cui si sono accompagnati unanimi consensi e apprezzamenti sia dai
critici sia dal pubblico dei visitatori.
“Non
è frequente - osserva sempre Cattaneo - vedere artisti che affrontano questo
“tema” con passione e affetto. E in questo Guido Erba è un’eccezione. La sua
nuova mostra Paesaggi nostri è uno
straordinario esempio di come l’arte possa rappresentare la differenza, dando
slancio e trasmettere positività”.
“L’artista
- aggiunge - declina già nel titolo la parola paesaggio al plurale e l’accosta
all’aggettivo possessivo plurale. Il suo interesse è rivolto ai nostri
territori (vicini e lontani, ma sempre familiari), l’appartenenza che lui sente
per questi luoghi è viva e ricca di amore e sentimento. E’ collettiva e quindi è condivisa”.
Quindi
Prashanth Cattaneo spiega che “trentuno opere presentate in allestimento “non
sono uno sguardo attraverso la memoria, non sono belle cartoline dei tempi che
furono. Rappresentano piuttosto la bellezza e l’intensità della nostra città e
dei paesi confinanti, paesaggi incantevoli che molto spesso non ammiriamo con
quello stupore che hanno i bambini e i nuovi turisti che raggiungono il nostro
lago attratti da una bellezza, per loro rara, che noi molto spesso diamo per
scontata”.
E
ancora: “Ci sono piazza XX Settembre, via Roma con la neve, la stazione, ma anche
la chiesetta di San Carlo nel rione di Castello, via Galandra e le “famose”
Pescarenico, Varenna, Malgrate… Guido Erba ritrae con la sua delicatezza i
nostri paesaggi: i luoghi che la gente vive e attraversa ogni giorno. I colori
delle opere sono intensi senza essere accecanti, le pennellate sono precise
senza diventare didascaliche. Alcuni lavori sono dedicati ai ricordi dell’artista
nella casa sotto la chiesa di Castello. Se a prima vista possono rimandare al
passato, queste tavole sono una riscoperta del presente nascosto - cioè quello
che non vediamo - perché nei nostri giardini, molto spesso, la vita prosegue
come una volta, potando rose e stupendosi per gli uccelli che giocano tra le
piante”.
Poi
un’ultima considerazione: “Guido Erba si conferma così ancora oggi come
l’artista vivente lecchese più innamorato di questo ramo del lago. La sua arte
è uno straordinario esempio di educazione al bello e alla cittadinanza. Perché
per amare il mondo bisogna innanzitutto lasciarsi incantare dai luoghi dove si
vive. Dai paesaggi nostri”.
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