Sergio Gaddi, 69 anni. |
di Claudio Bottagisi
“Siamo
venuti per lui e oggi siamo qui insieme a lui per chiedere al Signore di aiutarci
a capire questo momento contrassegnato inevitabilmente dalla tristezza e che
tuttavia ci richiama alla nostra fede, che ci fa dire che Sergio ha
semplicemente ultimato una funzione, perché il termine morto per il cristiano
non esiste”.
Padre
Sandro Lafranconi ha introdotto con queste parole, oggi pomeriggio nella chiesa
parrocchiale del Sacro Cuore a Mandello, il rito funebre di Sergio Gaddi.
“Dio
ci ama - ha detto il sacerdote all’omelìa - e il suo amore è da sempre, come
abbiamo ripetuto nel salmo responsoriale di questo mercoledì della quarta
settimana del tempo ordinario”. “Sì - ha ribadito il celebrante - il suo amore
è da sempre, anche se a volte ci chiediamo dove sia il suo amore e come mai momenti
così tristi sopraggiungano a scuotere la fragilità umana”.
Padre
Sandro ha ricordato di essere stato compagno di classe di Sergio alle medie e
di aver vissuto con lui tanti momenti spensierati in oratorio e ai campi
estivi.
“Con
lui e grazie a lui - ha aggiunto - ho visto anche le prove di Formula Uno sul
circuito di Monza. Sergio era solare, sapeva sorridere e stare con lui era
motivo di gioia. Poi ha vissuto anche situazioni impegnative e difficili e pochi
tra noi possono dire di averlo conosciuto fino in fondo. Ma adesso lui assume
una nuova funzione e consola chi resta su questa terra. Non siete soli - dice ai
suoi cari e a chi gli ha voluto bene - e sappiate che io ora sono nella luce”.
Padre
Sandro Lafranconi ha quindi affermato che “il libro di Sergio non si chiude”. “Si
apre invece una nuova pagina - ha detto - e i momenti che abbiamo vissuto con
lui devono dare luce alla nostra esistenza, anche per continuare a vivere nel
suo ricordo”.
Prima
che si concludesse la celebrazione eucaristica è stato don Luciano, legato alla
famiglia Gaddi da vincoli di parentela, a ricordare Sergio con poche ma
altrettanto significative parole. “La vita è un bellissimo dono - ha affermato
- ed è esperienza vera del nostro fratello Sergio, che mi piace ricordare come
un gigante buono che ha saputo seminare gioia”.
“In
più di un’occasione - ha aggiunto - è stato con me a Lourdes come barelliere, perciò
ora lo affidiamo alla Vergine Maria nella certezza che il Signore preparerà per
lui, che in vita ha saputo generare serenità, gioia e speranza, una buona
accoglienza”.
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