Non si sono certo già spente, in quanti erano domenica
10 febbraio al “De Andrè” di Mandello, le emozioni vissute nella serata
dedicata al Giorno del ricordo, patrocinata dall’amministrazione comunale e organizzata
dall’associazione “Lago di Como in musica”.
Presenti in platea, tra gli altri, il prefetto di Lecco, Liliana
Baccari, i sindaci di Mandello, Abbadia Lariana e Barzio, i vertici provinciali
e cittadini dell’Arma dei carabinieri, il comandante della Guardia di finanza
di Lecco e il comandante della stazione Carabinieri di Mandello. Inoltre
rappresentanze dei Comuni di Lecco, Colico e Perledo.
Tra le associazioni gli esuli giuliano-dalmati lecchesi, l’Associazione finanzieri in congedo, l’Associazione
nazionale carabinieri di Lecco, l'Anc - Gruppo provinciale di Protezione civile e l’Anc
Valsassina, Colico, Olginate e Calolziocorte.
All’interno del dramma degli infoibati italiani è
stato dato particolare risalto al sacrificio dei circa 300 carabinieri
infoibati.
Originari di ben 79 province italiane, fedeli al loro
giuramento e amati dalla popolazione, finirono nelle foibe titine o in mare, o
comunque scomparvero, ossia finirono infoibati dai titini, uscendo dal Registro
dei martiri della libertà.
Sul palco del gremito teatro comunale si è esibita la
Fanfara del III Reggimento carabinieri “Lombardia”, diretta dal maresciallo capo
maestro Andrea Bagnolo, in un apprezzato programma che in taluni brani ha visto
accompagnarsi la voce di Luciano Andreoli, del Teatro della Scala di Milano.
Nella prima parte un susseguirsi di pezzi struggenti e
una rappresentazione scenica dall’opera Macbeth
di Giuseppe Verdi, per la regìa di Luciano e Giorgio Andreoli: Come dal ciel precipita (trascrizione
musicale per banda di Andrea Bagnolo).
Nei panni di Banco Luciano
Andreoli e di Fleanzio, figlio di Banco, Edoardo Mastalli, mentre i sicari
erano Giorgio Duncan, Pietro Gazzola e Paolo Poli.
Più d’uno i brani di particolare intensità. Tra gli
altri, di autori vari, la trascrizione per fanfara di Michele Mangani La grande guerra (canzoni della prima guerra
mondiale). Un medley, un affresco musicale che racchiude i canti più in
voga durante il conflitto.
Poi un segnale militare arrangiato in maniera
sinfonica, Il silenzio, di autore
sconosciuto e arrangiamento di Fulvio Creux.
Durante l’intervallo una toccante testimonianza di
Roberto Stanzione, presidente onorario degli esuli giuliano-dalmati lecchesi, preceduta da due parziali ma esaustive letture: dalla testimonianza resa al Quirinale nel
2015 da Lucia Bellaspiga, figlia di esuli istriani e giornalista, e dal
Notiziario storico dell’Arma dei carabinieri.
Alle atrocità dei titini in Istria, contro gli esuli si
sommò in Italia il rifiuto a ospitarli. “Tanto tempo è passato e tanto è stato
taciuto - è stato detto nel corso della serata - E’ però necessario ricordare
quanto accaduto e una legge nazionale vuole aiutarci in questo, ma anche è
indispensabile procedere verso una nuova esistenza”.
La seconda parte del concerto ha voluto rappresentare
la vita ritrovata dopo tanta violenza e sofferenza, non per dimenticare il
dolore ma per inneggiare alla vita, al sorriso e all’allegria.
Ancora due brani meritano una segnalazione
particolare: in ricordo della forza di tutte le donne, un’aria tratta dal
dramma giocoso L’italiana in Algeri
di Gioacchino Rossini, opera che inneggia all’arguta femminilità italiana, e con la trascrizione di Andrea
Bagnolo Le femmine d’Italia (nella
parte di Haly, lo stesso maestro Andreoli).
Quindi un pezzo
entrato nella storia con Jerry Lewis, scritto da uno dei grandi maestri
americani di musica leggera orchestrale, Leroy Anderson. La protagonista del brano è la macchina per
scrivere Olivetti Linea 98, fedele e indispensabile compagna dei carabinieri
fino agli anni Novanta, quando venne… pensionata dai computer.
Solista alla macchina per
scrivere l’appuntato scelto Manuel Limonetti.
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