La testimonianza
degli studenti di IV M del liceo scientifico e musicale lecchese dopo la loro
esperienza in via Solferino a Milano
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Noi
ragazzi di IV M del Liceo “G.B. Grassi” di Lecco abbiamo avuto la possibilità
di trascorrere una settimana nella sede del Corriere
della Sera a Milano, in via Solferino. La
proposta di alternanza, arrivata verso ottobre, era stata accolta da tutti con
entusiasmo: un’occasione simile non poteva del resto essere sprecata.
Gli
incontri sono stati organizzati con cura, diversi uno dall’altro, in modo che
potessimo osservare le varie sfaccettature del giornalismo e della creazione
del quotidiano. Non immaginavamo che potesse essere così complesso.
Le
redazioni hanno il compito ogni giorno di analizzare le notizie e stamparle in
ordine di importanza o argomento, aggiungendo inserti su vari ambiti, dalla
moda alla sanità.
Organizzare
un giornale richiede l’impegno di molte persone, collaborazione, spirito
d’iniziativa e una curiosità quasi scomoda: i giornalisti con i quali abbiamo
parlato ci hanno fatto capire che per fare il loro lavoro sono importanti la
tempestività, per essere costantemente aggiornati sugli eventi, e la
determinazione. Le realtà in cui vengono mandati spesso richiedono prudenza e
attenzione. È un mestiere che può diventare pericoloso.
Esiste
anche il lavoro “al desk”, come lo chiamano loro, ossia quello d’ufficio. Una
mattina ci siamo cimentati nella creazione di articoli e nei giorni successivi
anche in quella dei titoli: è stato difficile.
Immersi
da qualche giorno nel mondo del Corriere,
tentavamo di usare frasi nel linguaggio tecnico dei giornalisti, ma essendo noi
lettori e non redattori finivamo per rendere poco chiari i contenuti. In compenso
è stato interessante e per sei giorni ci siamo sentiti un po’ giornalisti anche
noi.
Abbiamo
particolarmente apprezzato le riunioni di redazione, sebbene ci obbligassero ad
alzarci presto la mattina.
Dopo
questa visita abbiamo iniziato ad aggiornarci quotidianamente sulle notizie;
alcuni lo facevano già, altri hanno cominciato proprio grazie all’esperienza
del Corriere. Questo è da
sottolineare perché noi giovani ci sentiamo un po’ lontani dalle notizie
stampate, preferiamo i social (di cui intelligentemente fanno uso anche i
giornali) rischiando però di cadere nella trappola delle fake news, oppure non tentiamo nemmeno di “sbirciare” le pagine
online perché è diffuso il pensiero che i giornali parlano sempre delle stesse
cose e sono noiosi, i giornalisti nascondono la verità e, nel caso della
politica, la politica è tutta uguale, i politici ci prendono in giro.
Queste
convinzioni nascono perché non leggiamo abbastanza i quotidiani, le alimentiamo
a vicenda per sentito dire. Basterebbe un giro nel Corriere della Sera per abbattere gli stereotipi e rendersi conto
che non è così.
Portiamo
a casa molto più di qualche ora di alternanza: la curiosità di capire come
funziona il nostro Paese, la volontà di divulgare cultura e di non essere
studenti passivi che si lasciano circondare di fatti, ma studenti che fanno
proprie le notizie, perché ci siamo resi conto che l’informazione riguarda la
nostra vita e il nostro futuro.
I ragazzi di IV M
Questa è invece
la testimonianza del professor Claudio Lafranconi, dirigente scolastico del Liceo
scientifico “G.B. Grassi” di Lecco:
“Quanto
vissuto e provato “sul campo” dalla Quarta M dimostra quale sia la vera
ricchezza delle esperienze di alternanza scuola-lavoro (percorsi per le
competenze trasversali e l’orientamento, secondo la nuova accezione) per
studentesse e studenti di un liceo scientifico.
Solo
in sporadici casi, infatti, dopo il diploma chi ha scelto questo indirizzo di
studi concluderà la propria esperienza scolastica inserendosi immediatamente
nel mondo del lavoro. Per questo, vivere per una settimana una situazione di
“produzione”, pur in una realtà particolare come quella legata al mondo
dell’informazione, diventa una sorta di “scuola guida” per quella che potrebbe
essere una scelta professionale a medio termine e che, nel contempo, rende
conto della difficoltà e della responsabilità sociale che chi si occupa di dare
notizie in modo corretto.
Attenzione,
tempestività e prudenza sono alcuni tra i sostantivi che sono stati riportati
dagli studenti nelle righe che seguono. L’esperienza di una settimana al Corriere ha quindi lasciato un messaggio
di grande valore nei ragazzi, proprio perché quelli citati sono concetti che
sono stati trasmessi - quasi per simbiosi - da chi li ha accolti. Per questo
ringraziamo di cuore per l’opportunità concessa”.
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