(C.Bott.) Per la sesta edizione della rassegna teatrale
domenicale per bambini e famiglie “C’è spettacolo a teatro”, domenica 6 gennaio
alle ore 16 a Lecco, presso lo Spazio Teatro Invito in via Ugo Foscolo 42 (Zona
Iperal) spettacolo La Befana vien di
notte con Patrizia Geneletti (regìa di Oreste Castagna) a cura della
compagnia “Teatro Prova”.
In
un’atmosfera giocosa l’attrice racconta del mito, delle filastrocche e delle
storie antiche sulla Befana, per restituirci, nella magia e con simpatia, il
fantastico personaggio che ancora oggi fa sognare bambini e adulti.
Ingresso
unico 5 euro, con apertura della biglietteria alle ore 15 del giorno stesso
dello spettacolo.
Allo scoccare
del 6 gennaio
Befanì, Vegia
bacucca, Vecchia vegeta, Pifanie, Strieta, Marantega, Barbasa, Buffaneigghie:
tanti nomi ha la Befana, la signora misteriosa che, in fondo a quella calza
lunga lunga appesa vicino al camino, lascia carbone oppure doni.
Viene da
lontano, a cavallo della sua fedele scopa e la scorta di regali: arriva allo
scoccare del 6 gennaio, in una notte che sa di magico e misterioso.
Si dice che in
quella notte gli animali parlino tra loro il linguaggio degli uomini, i prati
si riempiano di fiori, l’acqua dei ruscelli si trasformi in olio o in vino.
Ma guai a chi
osasse guardare tutti questi prodigi: rischierebbe la triste sorte di quel
carrettiere che spiò la strana conversazione tra il suo cavallo e la Befana.
Il fatto che sia
vecchia, con il naso bitorzoluto, i capelli arruffati e stopposi come una
strega non significa che sia malvagia: è vero che si mangerebbe i bambini ma…
di baci!
In accordo
segreto con la sua civetta spia, tiene ben segnate su un libro tutte le
impertinenze che hanno commesso durante l’anno per premiarli o punirli con quel
carbone che prepara facendo legna e bruciandola mentre sferruzza calze.
La Befana ama i
bambini, adora portar loro i regali seguendo mappe che soltanto lei riesce a
decifrare: calandosi da camini a volte troppo angusti e fuligginosi, si trova
tra calzini puzzolenti e camerette in disordine per raccogliere i soffi dei
loro desideri con la scatola raccogli sogni.
E’ proprio il
sogno di Arianna, che vuole che tutti siano più buoni, a spingere la Befana a
cercare il fiore del cuore: è un piccolo fiore giallo, il fiore d’oro
dell’Oriente, il fiore dell’armonia: Kiku. E dal quel giorno in ogni calza che
riempie lascia un seme di quel fiore tanto prezioso e unico.
E pensare che
tutto questo viene da molto lontano: da Strenia, lo spirito delle feste
dell’antica Roma, la personificazione della salute pubblica, quella da cui è
cominciato l’ambaradam dei ‘portaregali’: San Nicola, Santa Lucia, i Morti, i
Magi, San Simone, San Martino, Santa Caterina, Sant’Antonio Abate e Babbo Natale,
fino al Bambino Gesù.
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