Di lui le
cronache si erano occupate anni fa perché era uno dei pazienti sopravvissuti
all’iniezione d’aria che gli era stata praticata dall’infermiera Sonya Caleffi
di Claudio Bottagisi
“Era
una persona buona. Un amico, ancor prima che un collega fidato e benvoluto da
tutti, sul lavoro come nella vita di ogni giorno. Fui io a portarlo a Mandello
all’inizio degli anni Sessanta. Come me, lui era originario di Sala al Barro,
frazione di Galbiate, e prima di raggiungermi a Mandello lavorava a Lecco. Io
ho preso servizio nel 1960, lui l’anno successivo. Dopo qualche anno sono stato
nominato comandante e lui era il mio “vice”. Già, su di lui potevo sempre
contare. Nel 1991, tre anni prima di me, andò in pensione e nel ruolo di
vicecomandante gli subentrò Egidio Basso. Non l’ho dimenticato e non lo
dimenticherò”.
Angelo
Missaglia, per lunghi anni alla guida della Polizia urbana di Mandello, ricorda
con espressioni commosse Giuseppe Sacchi, morto nella notte tra venerdì e
sabato a Mandello all’età di 85 anni.
“Si
distingueva per la sua serietà e correttezza, oltre che per i suoi
comportamenti sempre assolutamente lineari - aggiunge Missaglia - I mandellesi
lo stimavano per il suo rigore. Sapevano che di lui ci si poteva fidare, perché
era serio ed estremamente corretto. Già, quante giornate e quanti anni ho condiviso
con lui in ufficio! Ora mi mancherà perché, torno a dire, era per me un grande
amico”.
Giuseppe Sacchi (primo a sinistra) con la divisa di vigile. Quarto da destra, Angelo Missaglia. |
Di
Giuseppe Sacchi si erano occupate anni fa le cronache. Lui era infatti uno dei
pazienti sopravvissuti alle iniezioni d’aria nelle vene praticate da Sonya
Caleffi, l’infermiera killer comasca arrestata nel 2004 e in seguito condannata
per l’uccisione di cinque pazienti e il tentato omicidio di altri due, tra i
quali appunto Sacchi.
L’ottobre
del 2004 è anche la data del manifestarsi della malattia che avrebbe segnato
tutti gli anni successivi dell’esistenza dell’ex vicecomandante dei vigili di
Mandello. “Aveva una grande passione per la montagna e per la cura dell’orto
che aveva a Bologna di Perledo e a cui finché ha potuto ha dedicato tempo e
attenzione”, ricorda la moglie, Graziana Faggi. “Già, condividevamo anche
l’amore per l’orto, io e il caro Giuseppe - dice sempre Angelo Missaglia - e questa
comune passione ci aveva avvicinato ancora di più”.
I
funerali di Giuseppe Sacchi - che oltre alla moglie lascia i figli Monica e
Mauro, quest’ultimo da trent’anni in servizio presso la Polizia di Stato a
Lecco - si svolgeranno lunedì 14 gennaio alle 14.30 nella chiesa parrocchiale
del Sacro Cuore.
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