L’evento ha
avuto luogo nella giornata del 22 gennaio alla piattaforma dei sub al Moregallo
Una inusuale
“lettera al direttore”. A indirizzarla a Claudio Redaelli è l’Eco degli abissi, il
localizzatore di profondità di Aristide
Angelo Milani, un’opera di design preposta, a tutti gli effetti, al rilevamento
delle profondità subacquee garantendone al tempo stesso l’assoluta fedeltà operativa.
Ecco il testo dell’insolita missiva:
Carissimo
direttore, sono l’Eco degli abissi. Ringrazio te e tutti quelli che hanno avuto
fede in me per aver finalmente raggiunto ieri il successo che mi ha elevato al
rango di “localizzatore che non delocalizza”.
E’
dunque dal 22 gennaio 2019 che dalle 11 alle 12.30 ho espletato il mio tanto
agognato collaudo, grazie al caparbio Aristide Milani che con la sua tenacia mi
ha tolto dall’oblìo.
Non
casualmente quest’anno ricorre il 500° anniversario vinciano. Sembrerebbe
che l’ideatore sia sempre stato un
pochino sintonizzato sulla frequenza di questo grande genio. Le avversità del
tempo hanno per ben tre volte condizionato questa mia benedetta operazione di
collaudo. Scusami per questo sfogo, ma sai io mi sento un suo figliolo!
L’evento
ha avuto luogo alla piattaforma dei sub del Moregallo, nelle acque di quel lago
che hanno dato a mio padre fin dalla fanciullezza quell’amore smisurato per la
navigazione subacquea, contribuendo ad alimentare indubbiamente la mia
crescita.
Ora
sono qui sulla colonna tortile, con le zavorre ai fianchi e gli appunti delle
due velocità e i rispettivi tempi di immersione e emersione rilevati dall’équipe
di Mediacreative di Como e mi abbandono nella quiete degli abissi semplicemente
con la mia eco, mai più per l’amor del cielo con la materia!
Che
mezzo di ricerca subacqueo innovatore sarei, compiendo così gli andirivieni con
il mio caratteristico moto verticale a mo’ di batiscafo senza nulla violare?!
Infatti
darò semplicemente una sbirciatina alle carte batimetriche che ho memorizzato e
inserendo nella formula cinematica S/T quei valori dedotti nelle placide acque
del Moregallo mi diletterò a navigare con la mia eco nei silenti spazi abissali,
standomene tranquillamente alla vetrina
dello Studio Maître, come oggetto misterioso...
Per
pochissimo tempo, però, perché presto il filmato che immortala le mie gesta di antisonar verrà proiettato
alcune ore al giorno sulla grande parete fronte strada del piccolo studiolo.
So
benissimo di essere unico, come altre cose che Aristide ha realizzato, ed è per
questo che gli sono riconoscente, senza dover mai più muovermi come si sente
costretto a fare il mio progenitore Sonar.
Sono
comunque felicissimo di sedere non alla destra, ma nel mezzo, tra lo storico
scandaglio manuale e il rinomato sonar.
Grazie
di tutto ancora. E a presto.
L’Eco degli abissi
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